GiottoCooperativa Sociale
La Cooperativa sociale Giotto di tipo B, nei termini previsti dalla legge 381 dell’8 novembre 1991, ha sede a Padova ed è nata nel 1986 per iniziativa di un gruppo di laureati in scienze agrarie e forestali che desiderava continuare nel lavoro l’esperienza di amicizia nata durante gli anni di università.
Le nostre attività spaziano dalla progettazione, realizzazione e manutenzione del verde ai servi ambientali comprese le pulizie civili e industriali, dalle attività di contact center ai servizi amministrativi di back office, dalla gestione di parcheggi ai servizi museali e di portierato, fino all’attività di assemblaggio di prodotti diversi.
Ci caratterizza una certa cultura del lavoro, che nel corso degli anni ha saputo coniugare l’impronta imprenditoriale con la sensibilità sociale, che ci consente di proporre opportunità lavorative a persone detenute e disabili attraverso le attività appena descritte.
MISSION
Vogliamo creare opportunità di lavoro economicamente sostenibili e apprezzate per la loro qualità, perché più persone possibile – anche in situazioni disagiate – possano essere sostenute e accompagnate nella scoperta della propria dignità.
Ci impegniamo perché le relazioni con i nostri clienti e i nostri collaboratori siano sempre caratterizzate da fiducia, trasparenza e correttezza.
Il benessere dei nostri collaboratori è per noi un valore decisivo.
VISION
Vogliamo creare progettualità con enti pubblici, imprese private e opere sociali che rispondano a bisogni emergenti, per poter contribuire con efficacia e qualità alla costruzione del bene comune.
Persone coinvolte
al 31 dicembre 2023
582
TOTALE LAVORATORI
423
LAVORATORI NORMODOTATI
159
LAVORATORI SVANTAGGIATI
Le nostre pietre miliari...
2001
Diviene operativa la Legge 193, cosiddetta Smuraglia, che disciplina e agevola il lavoro penitenziario e subito dopo la Giotto avvia la prima attività intramuraria nel carcere di Padova. Un capannone vuoto viene trasformato per la produzione artigianale di manichini in cartapesta, realizzati a mano secondo un’antica tecnica toscana.
2003
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria avvia un progetto sperimentale all’interno del programma PEA 14, che prevede in alcune carceri italiane dell’esternalizzazione del servizio mensa per i detenuti. Al carcere di Rebibbia Nuovo Complesso l’allora direttore Carmelo Cantone invita la Giotto ad avviare e accompagnare il percorso di startup di due cooperative locali (Men at work ed Eiteam) nella gestione del servizio con i detenuti.
2004
La Giotto ottiene dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria la gestione dell’erogazione dei pasti alla popolazione reclusa. Giotto coinvolge in questa attività la cooperativa Work Crossing e la accompagna nella trasformazione in cooperativa sociale con l’avvio della pasticceria più importante d’Italia in carcere: una vera e propria start up sostenuta nel suo sviluppo per oltre dieci anni. Nello stesso anno viene fondato il consorzio di cooperative sociali Rebus (poi Giotto).
2004
Si tiene il convegno promosso dalla Giotto sulle cooperative sociali e la legge 381, dove gli enti pubblici committenti e gli operatori delle cooperative confermano, dati alla mano, la validità degli affidamenti diretti come strumento di garanzia della continuità degli inserimenti lavorativi delle persone svantaggiate.
2006
Il 24 agosto, per la prima volta a livello internazionale, l’esperienza lavorativa della Giotto nella Casa di reclusione di Padova viene presentata (video) durante un incontro del Meeting di Rimini per l’Amicizia tra i popoli, con la partecipazione del ministro della Giustizia Clemente Mastella, del senatore Giulio Andreotti e del magistrato di sorveglianza Giovanni Pavarin.
2008
Al Meeting di Rimini si tiene la mostra “Libertà va cercando, ch’è sì cara. Vigilando redimere”, alla cui realizzazione collabora anche la cooperativa. Grande successo di pubblico: 60mila persone in una settimana visitano la mostra, alla quale intervengono rappresentanti di tutte le componenti del mondo della detenzione, tra cui alcuni detenuti in servizio stabile alla mostra.
2009
In collaborazione con Infocert si apre il laboratorio per la digitalizzazione dei documenti cartacei e l’assemblaggio e programmazione delle pen drive “Business key” per la firma digitale. Negli stessi mesi inizia anche il montaggio di biciclette con Esperia per i marchi Bottecchia, Fondriest, Torpado e altri.
2012
Il 17 settembre il ministro della Giustizia Paola Severino visita le lavorazioni carcerarie e al pomeriggio nell’aula magna dell’università di Padova partecipa a un convegno sul lavoro in carcere. La visita giunge a coronamento di una lunga serie di incontri in carcere con personalità nazionali e internazionali, che proseguirà anche negli anni successivi: incontri che segnano profondamente la storia della cooperativa.
2012
Giotto sostiene e accompagna la cooperativa sociale 153 nell’avvio di un progetto di agricoltura sociale presso la Casa Circondariale “Capanne” di Perugia, che prevede con il coinvolgimento di detenuti in misura alternativa la produzione di frutta, ortaggi di stagione e carni di pollame nei terreni di pertinenza dell’istituto di pena, da commercializzare nel mercato locale.
2013
Il 14 ottobre anche il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, accompagnata dal Capo del DAP Giovanni Tamburino visita i laboratori delle nostre attività nella Casa di Reclusione di Padova e partecipa a un convegno sul lavoro penitenziario con la partecipazione delle principali cooperative impegnate nelle carceri italiane.
2015
Il 20 maggio nella cornice storica e simbolica di Regina Coeli viene presentato il paper sull’attività in carcere della Giotto “LAVORO E PERDONO DIETRO LE SBARRE”, promosso e finanziato dal Fetzer istitute del Michigan (USA). Lo studio è realizzato da un gruppo di lavoro dell’Università Cattolica e del Cesen di Milano, guidato dal professor Andrea Perrone. Il convegno è arricchito dalle testimonianze di realtà importanti a livello internazionale con cui si sono consolidati nel tempo rapporti significativi in tema di carcere e lavoro.x
2015
La Giotto si sposta nell’attuale sede più funzionale alle dimensioni raggiunte: è il risultato di un percorso di sviluppo nella continuità fedele della sua mission originaria, ma nello stesso tempo è anche segno di un cambiamento importante nell’organizzazione della cooperativa, ormai in atto da un paio d’anni. Cambiamento necessario perché il contesto diverso pone nuove sfide: non ci sono più gli affidamenti diretti che garantiscono le commesse in ambito protetto, ma serve scendere in campo nel mercato della concorrenza. E per mantenere il lavoro al centro della mission della cooperativa, occorre una modalità nuova di gestione allargando deleghe e responsabilità, sempre all’insegna di professionalità e qualità. Anche negli inserimenti delle persone svantaggiate.
2017
Il 21 giugno viene inaugurato l’Orto sinergico a Chioggia, un orto ideato secondo una tecnica di derivazione giapponese, che ben si presta per essere coltivato insieme e per i pazienti del Centro di igiene mentale dell’Usl 3 della città lagunare, luogo e strumento privilegiato di cura e riabilitazione.
2019
lIl 23 agosto si svolge in carcere a Padova il concerto Venezuela. Il popolo il canto il lavoro, spettacolo di canti venezuelani realizzato dall’associazione venezuelana Trabajo y Persona, con la quale la Giotto conduce da anni un percorso di riflessione e formazione nel processo di riabilitazione dei detenuti.
... i nostri rapporti con l'estero...
dal 2009
Da oltre 10 anni è in corso un rapporto significativo con la comunità di padre Pedro Quintela, Val de Acor di Lisbona in Portogallo, che si occupa del recupero di persone gravemente disagiate e con la quale abbiamo un continuo scambio di aiuto e di confronto anche con iniziative concrete, una per tutte la gelateria I Fratellini.
dal 2012
Da alcuni anni è in corso una collaborazione di particolare rilievo con una realtà carceraria, APAC, che vanta un’esperienza di oltre 40 anni nell’umanizzazione delle carceri, e con alcuni magistrati all’avanguardia, tanto che il Brasile ha adottato l’esperienza della Giotto come modello di politica sociale pubblica per le carceri federali.
dal 2014
A Chicago nel carcere della contea (9000 detenuti di cui oltre 4000 con problemi psichiatrici) è partita un’esperienza analoga alla nostra grazie a uno sceriffo illuminato e a un ristoratore italoamericano, che ha iniziato un percorso prima con i minori ed ora con gli adulti, dopo che ha conosciuto la nostra realtà.
... e le visite dall'estero
dal 1991
Numerosi studiosi ed esperti, rappresentanti di istituzioni pubbliche e private, responsabili di realtà profit e non profit, hanno visitato le attività della Giotto, in particolare provenienti dall’estero. Citiamo alcuni paesi: Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Romania, Lituania, Polonia, Estonia, Russia, Israele, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Cile, Venezuela, Colombia, Ecuador, Messico, Uganda, Cina, Giappone, Australia.