La cooperativa Giotto al Meeting di Rimini 2025Una preziosa occasione per direchi siamo e cosa facciamo
Anche quest’anno la nostra cooperativa è tornata al Meeting di Rimini, proseguendo una partecipazione che è iniziata nel lontano 2006 con il primo convegno sulle carceri alla presenza del presidente Giulio Andreotti e del ministro della Giustizia Clemente Mastella. Una partecipazione che quest’anno è stata di rilievo. Due i momenti che ci hanno visti protagonisti nell’edizione intitolata “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”.
Lunedì 25 agosto si è svolta la premiazione del Social Contest 2025, promosso da Cdo Opere Sociali grazie al sostegno di JTI Italia con lo scopo di valorizzare e sostenere le migliori iniziative del Terzo Settore impegnate a rispondere alle sfide sociali attraverso progetti innovativi e ad alto impatto, secondo quattro obiettivi selezionati dell’Agenda 2030. Nella categoria obiettivo “Città e comunità sostenibili” la nostra cooperativa ha partecipato con il progetto Esperide con lo scopo di trasformare la sede della Cooperativa Giotto in un HUB SOCIALE, proponendo tra i vari servizi un punto d’incontro verde per il quartiere e le associazioni del territorio. Il primo passo? Riqualificare un’area accoglienza all’ingresso della sede. Uno spazio di 300 metri quadri, completamente ripensato con prato, aiuole fiorite, alberi e arbusti, un impianto di irrigazione e arredi accoglienti. E per questo siamo stati premiati.
Il giorno prima si è tenuto l’incontro, organizzato sempre dalla CDO Opere sociali, “Il valore del lavoro per chi sconta una pena”, a cui ha partecipato come relatore il presidente Gianluca Chiodo, chiamato a discutere sul tema insieme a Riccardo Capecchi di Fondazione Lottomatica, Stefano Granata, presidente Confcooperative Federsolidarietà, Emilio Minunzio, consigliere CNEL, e Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla Giustizia. Durante l’incontro di particolare rilievo la testimonianza di un nostro lavoratore in misura alternativa che ha risposto ad alcune domande evidenziando il cambiamento avvenuto grazie al percorso lavorativo.
L’incontro mirava a valorizzare l’importanza dell’attività lavorativa per le persone detenute non solo come strumento di riparazione e reinserimento sociale, ma anche come potente veicolo di crescita personale e di sviluppo dell’autonomia. Nel suo intervento Chiodo ha sottolineato come Il lavoro per noi è un patto di fiducia, dove si cammina assieme con due caratteristiche fondamentali: deve essere lavoro vero e strutturato, perché deve riflettere quanto più possibile la realtà esterna, altrimenti non educa. E poi deve anche essere sfidante, perché richiede fatica, impegno, collaborazione, cioè deve essere un lavoro di qualità, fatto bene, curato nei dettagli. In questo modo, per chi aderisce e spesso non ha mai lavorato seriamente, può diventare un’esperienza nuova, ma soprattutto generativa, che fa prendere coscienza di sé, perché è il luogo dove ognuno può dire “io”, dove ognuno può sentirsi dire “tu hai un valore”.
L’intervento non poteva evitare una nota di giudizio sul contesto carcerario attuale che continua a essere estremamente difficile, ma non si è focalizzato in sterili analisi. Ha piuttosto messo in risalto due condizioni essenziali per un cambio di direzione radicale: innanzitutto una revisione strutturale del sistema penitenziario, che tenga conto del profondo cambiamento avvenuto nella popolazione detenuta, dove una nuova governance con idonee competenze sappia mettere in campo risposte concrete all’altezza dell’emergenza che non si può più eludere; e poi per gli stakeholder coinvolti, stato, terzo settore e imprese la necessità inderogabile di collaborare tutti assieme. Pena il perdurare del fallimento.
E a proposito dell’emergenza carcere in Italia, qui val la pena segnalare che qualche giorno prima, il 19 agosto, era uscito su Avvenire l’articolo di Giorgio Paolucci, interessante non tanto perché parla della cooperativa Giotto, ma perché nel dialogo con il socio fondatore Nicola Boscoletto e il presidente Gianluca Chiodo riesce a tratteggiare una sintesi realistica su questo mondo, talvolta trascurato e molto più spesso incompreso, volutamente o no, innanzitutto per un’atavica mancanza di chiavi di lettura corrette sullo stato delle cose.
Infine, della presenza della cooperativa Giotto alla 46^ edizione del Meeting di Rimini ne hanno parlato il Mattino di Padova.e il Gazzettino
Il Mattino di Padova 24/08/2025