Nord e Sud assieme al Sud
10 giugno 2023:Inaugurazione sede di Alcamo
"Nord e Sud assieme al Sud"
Una trentina di operatori della Giotto cooperativa sociale si sono trasferiti in questi giorni ad Alcamo, in provincia di Trapani. Qui hanno inaugurato sabato 10 giugno una nuova sede della cooperativa padovana, frutto di una partnership con altre realtà sociali siciliane – Cooperativa Sociale Rossa Sera e Associazione Promozione Umana – all’interno dell progetto “Nord e Sud assieme al Sud”, che intende produrre concreti scambi di competenze ed esperienze tra realtà del Nord e del Sud Italia, ed è sostenuto anche grazie a “Fondazione con il Sud”, e a un nucleo di persone e società private che hanno così dimostrato di credere nelle finalità di questa nuova attività.
A due anni dall’avvio dell’idea progettuale e ad un anno dalla partenza ufficiale dell’iniziativa “Nord e Sud assieme al Sud” gli incoraggianti risultati raggiunti ci hanno spinto a dare evidenza di questa prima fase del cammino.
La nuova sede di Alcamo della Cooperativa Giotto ospita infatti oggi un call center per la gestione e l’assistenza di servizi digitali alle imprese, (firma digitale, PEC, fatturazione elettronica e Spid), che vede la presenza di formatori della Giotto e di un numero crescente di dipendenti del territorio alcamese.
Come dicevamo è solo grazie al contributo di tanti che è stato possibile realizzare questo sogno, senza il sostegno di enti e persone che hanno creduto in noi, Giotto non sarebbe sbarcata in Sicilia. Ad oggi sono circa 33 le persone che hanno trovato una prospettiva lavorativa. Alcune persone sono in misura alternativa al carcere, altre appartengono alle categorie svantaggiate o in disagio sociale. La collaborazione con l’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna di Trapani, come pure con i servizi sociali del comune di Alcamo e dei servizi sociosanitari del territorio sono stati fondamentali.

Come ripete spesso Papa Francesco “Solo il lavoro dà dignità”. È il lavoro che realizza, è il lavoro che compie la persona, è il lavoro che ti rende protagonista delle tue scelte e che ti fa portare un contributo al bene di tutti. Il lavoro, quello vero, è una delle cose più preziose che abbiamo, ci aiuta a realizzarci e realizzandoci ci permette di costruire oltre il proprio bene anche di portare un contributo a quello degli altri. Nella nostra piccola comunità lavorativa di Alcamo già due persone hanno costruito una nuova famiglia, un bambino è già nato ed uno è in arrivo. Questo per noi è motivo di grande felicità. Le 33 persone/famiglie che oggi sono impegnate in queste attività sono il vero e proprio motore della riuscita. Il loro entusiasmo, la loro passione ha riportato la Giotto indietro di 37 anni, cioè al 1986, anno in cui alcuni giovani hanno fondato la cooperativa.

Non saremmo mai riusciti a realizzare questo sogno se non avessimo trovato, ormai da tempo, dei partner, o meglio compagni di viaggio ormai diventati amici, con cui costruire assieme qualcosa. È sempre Papa Francesco che ci viene in aiuto: “Nessuno si salva da solo; siamo sulla stessa barca”, parole che per noi sono una realtà e non un discorso. Senza la collaborazione con la cooperativa sociale Rossa Sera e l’Associazione Promozione Umana, non avremmo realizzato questo sogno. Questa è una opportunità di alcuni per tutti.

La nostra è una cooperativa sociale di tipo B, di inserimento lavorativa vero, non di assistenzialismo, noi non proponiamo assistenza o posti di lavoro che rimangono in piedi solo con i contributi. Nel nostro piccolo proponiamo di portare avanti assieme un lavoro, economicamente e socialmente sostenibili, attraverso regolari commesse. Per il bene nostro, dei nostri figli e per il mondo.

Sabato 10 giugno presso la nostra sede di Corso dei Mille 36 ad Alcamo, alla presenza di oltre 100 persone e delle autorità civili e religiose locali, è stata l’occasione per illustrare a decisori pubblici e operatori del settore gli incoraggianti risultati raggiunti nei primi due anni di attività della nuova start up.
Dal clima che si è respirato e dai volti di chi era presente era evidente la soddisfazione, l’orgoglio e la consapevolezza di avere gettato le fondamenta di un qualcosa di buono non solo per oggi ma soprattutto per il futuro.
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Nord e Sud assieme al Sud | Interviste
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Convegno nazionale sui Giardini Terapeutici
CURARSI CON IL VERDE
DAL PROGETTO VERBENA LE LINEE GUIDA PER I GIARDINI TERAPEUTICI

Conclusa la sperimentazione del giardino terapeutico per persone con demenza al Centro Casa Madre Teresa di Calcutta di Rubano (PD).
Due anni di ricerche in collaborazione con l’Università dimostrano l’efficacia su pazienti e caregiver. Il prototipo premiato in Italia da Innovation Lab e risultato terzo al mondo all’Urban Innovation and Entrepreneurship 2021di Sidney che valuta le start up più innovative. I risultati della sperimentazione, con la visita al giardino terapeutico e le linee guida per la costruzione dei Giardini Terapeutici per le persone con Demenza, in particolare affette da Alzheimer
Fin dall’inizio del suo operato l’allora direttore dell’Opera della Provvidenza S. Antonio (O.P.S.A.) di Rubano – opera impegnata nell’accoglienza e cura amorevole delle persone con grave disabilità intellettiva accompagnata spesso da altre forme di disabilità – Don Roberto Bevilacqua, con la sua sensibilità anche di medico, ha immaginato che attraverso la bellezza e la cura del verde si potevano dare risposte qualitativamente rilevanti al percorso terapeutico delle persone. Nel 2005 viene realizzato un primo giardino nella “Casa Madre Teresa di Calcutta”, struttura pensata appositamente per accogliere e seguire persone affette da demenza o Alzheimer. Tale realizzazione viene affidata alla Cooperativa Sociale Giotto, che oggi a distanza di quasi 18 anni vede il raggiungimento di un grande traguardo. Dopo oltre due anni di studi sviluppati in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia Generale e il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova, emergono le prime evidenze scientifiche.

Nel 2006 “Casa Madre Teresa di Calcutta”, diretta emanazione dell’OPSA, apre le proprie porte e il centro polifunzionale inizia ad accogliere le prime persone malate di Alzheimer e le loro famiglie. Nel frattempo, alcuni studi neurologici realizzati soprattutto nel nord Europa iniziano a raccogliere dati che indicano come la cura attraverso il verde possa avere ricadute significative sul benessere in particolare delle persone con disabilità intellettive. L’incontro tra la Cooperativa Giotto ed Andrea Mati, che a sua volta aveva sperimentato gli effetti positivi della terapia “verde” nelle persone con dipendenze o disabilità, dalle comunità di San Patrignano alla Don Gelmini, ha condotto all’ipotesi di supportare con studi scientifici, in Italia quasi completamente assenti, queste evidenze empiriche.

E’ nato così, grazie anche al supporto dell’attuale direttore dell’OPSA Don Roberto Ravazzolo, il progetto Ver.Be.nA, acronimo di Verde e benessere nell’Alzherimer. La pandemia del Covid-19 ha rallentato il percorso del progetto, che non si è comunque fermato. VERBENA segue il precedente progetto denominato ESPERIDE, nato da una sfida lanciata da Giotto nel 2019 grazie alla Fondazione dell’Università di Padova, UNISMART. Una sfida che partendo dai dati presenti nella letteratura internazionale ha dato origine ad un prototipo di giardino terapeutico basato su quanto realizzato fino a quel momento presso “Casa Madre Teresa di Calcutta”. Il progetto è stato prima premiato in Italia al Contamination Lab del 2020 con il secondo posto e successivamente selezionato per la competizione mondiale Urban Innovation ed Enterpreneuroship 2021 di Sidney dove ha ottenuto la medaglia di bronzo nel mondo.

Durante il convegno “Il ruolo del verde e dei giardini terapeutici nella cura delle persone con demenza” sono stati presentati i risultati di VERBENA, complesso progetto sperimentale della durata di oltre due anni sviluppato dal Dipartimento di Psicologia Generale e dal Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova, Giotto Cooperativa Sociale e O.P.S.A presso il C.S. per persone con demenza Casa “Madre Teresa di Calcutta”. E’ stata fatta una revisione sistematica della letteratura scientifica esistente sull’uso del verde come terapia non farmacologica nelle persone con demenza e, in particolare, sui effetti benefici dei giardini terapeutici all’interno delle strutture di cura. In sintesi dalla revisione è emersa l’esistenza di sostanziali evidenze a favore dell’uso dei giardini terapeutici per le persone con demenza e la possibilità che offrono di modificare in positivo molti aspetti della qualità della vita, senza però un approfondimento delle caratteristiche funzionali. È stata poi realizzata una ricognizione sulla presenza di giardini terapeutici nel nord Italia. Sono state contattate per questo più di 2000 strutture in Italia, riscontrando un numero importante di aree verdi e soprattutto un’esigenza maggiore di riqualificazione delle stesse laddove l’utilizzo, spontaneo o attivo che sia, è più intenso. Inoltre, sono state tracciate le Linee guida sulla scelta delle specie botaniche da utilizzare nei giardini: con piante legate al territorio che possano essere riconosciute dai pazienti perché legate alla loro biografia o al contesto socioculturale che hanno vissuto nella loro storia personale.

La prima sperimentazione si è basata sull’uso spontaneo del giardino da parte degli ospiti: pazienti, familiari, staff, rilevando da subito ricadute positive a livello cognitivo, affettivo e comportamentale, ma anche evidenziando che i giardini rispondono ad esigenze diverse a seconda del grado di compromissione delle persone. La seconda fase sperimentale ha indagato gli effetti dell’uso attivo attraverso un intervento di orticoltura abbinato a tecniche di stimolazione cognitiva secondo un protocollo realizzato ad hoc. I cassoni rialzati per l’attività orticola sono diventati un punto d’interesse vivo per i pazienti selezionati per la sperimentazione, suscitando allo stesso tempo una generale attrattiva sugli altri ospiti della struttura, con ricadute non solo nelle persone con demenza lieve, ma anche su quelle più compromesse. Maneggiare il terreno, innaffiare le piante e utilizzare gli attrezzi dell’orto si sono rivelate attività che hanno fatto emergere effetti significativi sul rilassamento delle persone con demenza severa e con disturbi del comportamento e hanno stimolato la collaborazione in coloro che solitamente sono poco inclini a interazione. Inoltre, si è rinforzata l’autodeterminazione dei partecipanti coinvolti in una attività che valorizza le loro competenze residuali. Le sperimentazioni hanno evidenziato miglioramenti in uno o più ambiti della vita quotidiana, comportamento, minor somministrazione di farmaci, cadute, agitazione e qualità della vita, stress, depressione/umore, funzionamento cognitivo, consapevolezza di sé.

Sono state così tracciate le nuove linee guida in un vademecum che racchiude le indicazioni operative del ruolo del verde e delle attività di orticoltura per persone con diagnosi di demenza in strutture di cura. È la tappa conclusiva del progetto VERBENA che passa così dalla fase sperimentale a quella di progetto pilota nazionale e internazionale in questo ambito. Padova quindi ancora una volta si propone a guida di un settore che coinvolge e sfida la sanità pubblica ad operare in una direzione che guarda all’innovazione anche nella cura della persona, che potrà sicuramente avere ricadute importantissime nell’abbattimento dell’utilizzo dei farmaci e nella gestione della spesa sanitaria dedicata ad un ambito, quella del decadimento cognitivo negli anziani, che tutti gli studi indicano in forte e costante aumento.

Il convegno alla Casa Madre Teresa di Calcutta di Rubano si è concluso con la tavola rotonda “Il verde per la cura e il benessere” e la presentazione di due volumi: “Curarsi del verde”, che contiene i risultati raggiunti dal progetto VERBENA e la linee guida per la costruzione dei Giardini Terapeutici per le persone con Demenza e “Salvarsi con il verde”, di Andrea Mati, figura di riferimento nel garden design dedicato alle persone con fragilità (dalle dipendenze all’autismo, dalla sindrome di down alle demenze), in cui l’autore racconta storie di “Piante e Persone” che vicendevolmente arrivano a salvarsi. Un racconto che descrive una passione e un progetto coltivato da anni: quattro stagioni di piante e persone che in circa 300 pagine di prosa raccontano testimonianze di chi nel verde ha trovato il proprio riscatto. La collaborazione con alcune Università, centri di ricerca e aziende specializzate nel settore delle terapie non farmacologiche, ha portato Andrea Mati a progettare nuovi modelli di giardini per la riconnessione con la natura che possono diventare spazi verdi di libera fruizione a beneficio del benessere collettivo. Che porta a una consapevolezza nuova, quasi “sovversiva” per tentare di cambiare le cose. È la “rivoluzione del metro quadro vegetale” che ognuno di noi, solo camminando, si porta dietro e all’interno del quale può combattere la propria battaglia a colpi di buone azioni e di riduzione di sprechi.
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Il video completo del convegno
Curarsi con il verde | TG1 Rai 110623
Giardini terapeutici. Padova scrive le linee guida | 7Gold 060623
Il giardino terapeutico | TNE 020623
Giardini terapeutici a Pulsar | Telecittà 150623
L'Elemosiniere di papa Francesco celebra la S. Messa di ringraziamento
11 dicembre 2021:Santa Messa di ringraziamento
Sabato 11 dicembre 2021 si è celebrata la Santa Messa di Ringraziamento per tutti i lavoratori e amici della cooperativa sociale Giotto. Abbiamo deciso di scegliere una location particolare e per un ospite d’eccezione. Infatti abbiamo avuto l’onore di ospitare come celebrante della Messa S. E. Card. Konrad Krajewski, elemosiniere di Papa Francesco, colui che provvede concretamente.ad atttuare la carità del Papa per poveri e indigenti laddove il bisogno chiama. E, vangelo alla mano, in questi anni, così ha fatto. Per rimanere aderenti a uno stile così diretto abbiamo condiviso di celebrare la Santa Messa in un dei capannoni della Giotto. Al termine cardinal Konrad ha benedetto locali e mezzi della cooperativa. La giornata di festa si è conclusa con la distribuzione dei doni natalizi.
Il video della Santa Messa
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Giardini terapeutici: terzo posto per il progetto Esperide al contest internazionale di GISU
Progetto Esperide:
3° posto al contest internazionale GISU
Il progetto Esperide è nato all’interno del Contamination Lab – un percorso di formazione alla cultura imprenditoriale proposto dalla Fondazione Unismart dell’Università di Padova – da una sfida lanciata dalla cooperativa sociale Giotto. La chiave del progetto è stata la multidisciplinarietà dei componenti del team per affrontare la tematica sotto più punti di vista: Filippo (ingegneria edile), Francesca (medicina), Giulia (psicologia), Lorenzo (ingegneria informatica) e Paolo (ingegneria civile). Il progetto è nato per dare risposta a una delle maggiori malattie più diffuse nella popolazione anziana: l’Alzheimer.
L’idea progettuale ha avuto come obiettivo lo sviluppo e il miglioramento dei giardini terapeutici, terapia non farmacologica molto efficace. L’intenso lavoro ha portato tra le altre cose alla creazione di un rendering di un giardino terapeutico adatto alla tipologia di paziente presente nella struttura di Casa Madre Teresa di Sarmeola di Rubano (Padova) per malati di Alzheimer, nell’ipotesi di rinnovare i giardini terapeutici che ivi la cooperativa Giotto aveva realizzato nel 2005. Inoltre, è stato previsto lo sviluppo di un servizio di consulenza ad hoc per la proposta e la realizzazione di giardini terapeutici.
Esperide ha raggiunto ambiziosi traguardi, vincendo il secondo premio come miglior progetto di innovazione nel contest Contamination Lab 2020, mentre l’anno successivo il progetto è stato candidato dall’Università di Padova alla competizione “Urban Innovation and Entrepreneurship 2021”: dopo la fase preliminare è stato selezionato tra i 76 progetti partecipanti alla semifinale di Guangzhou e da qui è entrato nella finale a 12 di Sidney, dove ha ottenuto il terzo posto.
Infine dall’idea progettuale di Esperide ha tratto origine il progetto di ricerca Verbena (VERde e BENessere nell’Alzheimer. Verso un modello di giardino terapeutico centrato sull’interazione luogo-persona), coordinato dal Dipartimento di Psicologia Generale e dal TESAF dell’Università di Padova. La ricerca di due anni ha l’obiettivo generale di definire le principali linee-guida per la realizzazione di giardini terapeutici rivolte a persone con Alzheimer e altri tipi di demenza, attraverso una specifica sperimentazione divisa per fasi nell’interazione tra pazienti e giardini terapeutici di Casa Madre Teresa, sfruttando l’effettivo upgrade che nel frattempo la cooperativa Giotto ha realizzato.
TIMELINE

Marzo 2020. Cooperativa sociale Giotto lancia la sfida al Contamination Lab Veneto

Aprile 2020. Formazione del team e inizio del progetto Esperide

Estate 2020. Incontro con stakeholder: Casa Madre Teresa, Piante Mati e OIC.

Settembre 2020. Perfezionamento Idea con Team building

Ottobre 2020. 2° posto alla finale del Contamination Lab Veneto

Maggio 2021. Partecipazione alla semifinale della competizione internazionale GISU a 76 concorrenti e qualificazione alla finale con 12 team

Novembre 2021. 3° posto alla finale della competizione internazionale GISU
Presentazione Progetto Esperide - Finale GISU
Video Progetto Esperide - Finale GISU
2020: filo rosso di un anno speciale
2020: il filo rosso di un anno speciale
Le comunicazioni del nostro 2020
Qui di seguito le lettere e gli auguri che hanno accompagnato un anno davvero particolare, chiaramente condizionato dall’emergenza da Covid-19. Ci sono fatti e spunti di riflessione che val la pena riprendere.
Santa Messa di Ringraziamento
Basilica di Sant’Antonio – 20 dicembre 2020
Highlights video
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Giardini terapeutici: un'opportunità da cogliere
Giardini terapeutici:
un'opportunità da cogliere

PREMESSA
Numerose ricerche hanno finora dimostrato l’importanza del contatto con il mondo naturale nel miglioramento del benessere psico-fisico della persona: l’interazione con luoghi naturali come parchi e giardini favorisce la ripresa dallo stress e la rigenerazione delle risorse cognitive. Gli effetti benefici del verde sono stati ulteriormente dimostrati nell’ambito degli studi sui giardini terapeutici, definiti come giardini appositamente progettati per la cura dei pazienti in contesti ospedalieri e/o riabilitativi.
In questo ambito Giotto cooperativa sociale ha sviluppato una progettualità articolata in più fasi, le prime due dedicate allo studio, ricerca e sperimentazione. La prima di esse, il progetto Esperide, è stata ideata per ricercare soluzioni innovative proprio su questa tematica, coinvolgendo un team del C_Lab edizione 2020, iniziativa interdisciplinare lanciata dalla Fondazione Unismart dell’Università di Padova che ha coinvolto 6 persone tra studenti, laureati e dottorandi di varie facoltà. Esperide a sua volta si innesta all’interno di un progetto ancor più ampio e di maggiore durata (progetto Verbena), svolto in collaborazione con il dipartimento di Psicologia generale e il Tesaf (Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali) dell’Università di Padova. In sostanza, Esperide funge da trigger di lancio per un disegno più approfondito, incentrato sul trasferimento di conoscenze tra il mondo accademico dell’università, il mondo economico delle imprese e un ambito sociosanitario importante del territorio come le residenze per anziani e non, che abbiano al loro interno strutture e percorsi di cura per persone affette da demenza.
CONTAMINATIONLAB
A conclusione della terza edizione, mercoledì 14 ottobre 2020 all’Auditorium del Centro Culturale Altinate San Gaetano a Padova, si è svolta la cerimonia di presentazione dei progetti sviluppati dai team partecipanti al C-Lab 2020, con l’aggiudicazione di un premio in denaro per le tre idee migliori. Quest’anno la finale è stata ospitata nell’ambito del Galileo Festival, la settimana dell’innovazione, a testimoniare l’importanza di un evento che porta alla luce la creatività e la spinta ad innovare dei suoi partecipanti.

Il Contamination Lab Veneto è infatti uno spazio di collaborazione con imprese e associazioni creato da Unismart, la Fondazione dell’Università di Padova per la realizzazione di servizi ed eventi innovativi finalizzati a far emergere le abilità di studenti e laureati dell’ateneo patavino, oltre che una reale opportunità di dar vita alle stesse idee dei partecipanti per la creazione di future start-up.
Il percorso di questa edizione – avviato a fine marzo scorso che con un programma di formazione elaborato ad-hoc dal dipartimento di economia su tematiche legate all’imprenditorialità per progettare e realizzare soluzioni a problemi della nostra società o a sfide provenienti dall’industria – ha visto la costituzione di sette team pronti a sviluppare progetti d’innovazione aziendale o sociale, spaziando tra l’ottimizzazione di processo e prodotto e lo sviluppo di nuovi modelli di prodotto o di servizio.

ESPERIDE
All’edizione 2020 ha partecipato anche un team associato alla nostra cooperativa con il progetto Esperide, spin off innovativa nel campo dei giardini terapeutici destinati alle strutture sanitarie che accolgono pazienti con demenza, con particolare focus sui malati di Alzheimer.
Visti i progetti presentati, possiamo ben dire che il nostro team ha davvero impressionato per il livello di risultati raggiunto, al di là del meritatissimo secondo posto ufficiale.

La tematica di grande rilevanza sociale è stata affrontata con un approccio multidimensionale di prim’ordine per consentire uno sviluppo della progettualità che fosse allo stesso tempo estremamente innovativo e completo. Risultato: una service box in grado di fornire soluzioni a più livelli, in un’ottica di miglioramento continuo, dove un sistema di monitoraggio costante e preciso permette di aggiornare le soluzioni, sempre in linea con l’evoluzione delle condizioni di pazienti e le cure dei caregivers. Insomma, un ciclo di progettazione, realizzazione e manutenzione condiviso per un giardino terapeutico davvero bello, funzionale e sempre fruibile.
Dopo un importante lavoro di ricerca dell’ambito, sono stati svolti diversi incontri con importanti protagonisti del settore per indirizzare al meglio le nostre ricerche.

Innanzitutto ci siamo recati presso “Casa Madre Teresa di Calcutta” di OPSA dove Giotto ha realizzato nel 2005 i Giardini Alzheimer, per incontrare di persona il dottor Andrea Melendugno che si prende cura degli ospiti con demenza.

In seguito, per comprendere dal vivo alcuni aspetti della partnership con la cooperativa sociale Giardineria Italiana del Gruppo Piante Mati 1909, un’azienda vivaistica con un ramo specializzato nella costruzione di giardini terapeutici, ci siamo recati a Pistoia per instaurare un dialogo con Andrea Mati e con il professor Giulio Masotti, geriatra dell’Università di Firenze, specializzato in giardini terapeutici.

Inoltre abbiamo preso parte ad un board aziendale con i vertici di OIC, una comunità̀ di Centri Residenziali per anziani con sede principale a Padova e sedi periferiche in tante città del nord Italia, per capire come adattare meglio le nostre soluzioni alle loro esigenze.

Infine, è stato organizzato un importante meeting a Pistoia dove si è iniziato a discutere in modo più concreto sulle varie realtà che si interessano di giardini terapeutici in Italia, a cui hanno partecipato tra gli altri il prof. Andrea Ungar e il dott. Enrico Mosello dell’Università di Firenze, nonché la prof.ssa Francesca Pazzaglia di Psicologia generale e Raffaele Cavalli del Tesaf dell’Università di Padova.
Video pitch
Video finale
Giotto e Rio Terà dei Pensieri, le cooperative sociali in prima fila per la produzione di mascherine e gel igienizzante
Giotto e Rio Terà dei Pensieri, le cooperative sociali in prima fila per la produzione di mascherine e gel igienizzante

IL PROGETTO
Ai blocchi di partenza, pronto a reagire ai cambiamenti epocali, c’è in prima linea anche il mondo del non profit e delle “imprese sociali”. Grandi cambiamenti portano a grandi bisogni e in questi casi le strade che si aprono sono due: sfruttare i bisogni o rispondere ai bisogni. La parte sana delle cooperative sociali, che è la preponderante, è sempre stata impegnata, e sempre lo sarà, a rispondere ai bisogni delle persone nel miglior modo possibile. Ecco allora che la cooperazione serra le fila e fa sistema, ancora una volta reinventandosi e innovando. E sentendosi parte della risposta nazionale all’emergenza Coronavirus. «Come cooperative sociali, Giotto e Rio Terà dei Pensieri non potevano sottrarci a questa sfida». «Anche noi, sostiene il presidente della cooperativa Giotto Nicola Boscoletto, siamo stati fortemente colpiti dal tornado Coronavirus. Grazie a Dio una parte delle attività (anche se non a pieno regime) sono continuate. Mossi dalla nostra Mission – “creare (in questo caso un grande risultato sarebbe mantenere) opportunità lavorative tanto per persone normodotate che svantaggiate, sostenute e accompagnate nella scoperta della propria dignità” – ci siamo buttati a capofitto nel cercare nuovi mercati, nuove modalità lavorative per salvare quanti più posti possibile di lavoro e dare al contempo il nostro contributo di fronte a questa terribile emergenza sanitaria. Questa partita la vogliamo giocare fino in fondo, e se dovessimo perderla (ma speriamo di no) vogliamo perderla sul campo, non a tavolino».
«Di fronte all’emergenza sanitaria e alle difficoltà del periodo, continua la presidente della cooperativa Rio Terà dei Pensieri Liri Longo, abbiamo reagito utilizzando i nostri punti di forza, che sono la creatività e la capacità di innovare. Così abbiamo utilizzato il nostro know how nella formulazione di prodotti cosmetici per produrre gel igienizzante. Nel periodo in cui i nostri clienti principali, le strutture turistico ricettive, sono chiuse, abbiamo dovuto aprire nuove opportunità di mercato per salvaguardare i posti di lavoro. La nostra economia e il nostro lavoro sono molto legati a Venezia e agli eventi culturali e di attrazione turistica che vi si celebrano. Venendo a mancare questo indotto, siamo rimasti senza commesse e siamo molto preoccupati».
LA DONAZIONE, UN GESTO DI GRATITUDINE
Giotto e Rio Terà dei Pensieri hanno deciso di donare all’AUlSS 3 Serenissima 1.000 kit contenenti ciascuno una mascherina Tipo I e un flaconcino di gel igienizzante. Vuole essere un gesto di attenzione nei confronti tutti gli operatori civili, soprattutto della sanità, che in questo periodo di emergenza, si sono spesi generosamente, fino al rischio della vita.
E in questi mesi le persone detenute, sia del carcere della Giudecca di Venezia che del carcere Due Palazzi di Padova sono rimaste colpite da tale disponibilità e a loro volta hanno dato esempio di generosità promovendo delle raccolte di fondi per il mondo sanitario. Il gesto di oggi aggiunge un elemento importante perché avviene attraverso il frutto del proprio lavoro: lavoro, che innanzitutto intende esprimere il senso di gratitudine profonda per la possibilità di lavorare in un momento come questo.
Le persone detenute (donne e uomini) che stanno lavorando a questo nuovo progetto, assieme a tutti gli altri detenuti della cooperativa Giotto e Rio Terà dei Pensieri, hanno scritto due pensieri che accompagnano questo gesto: «È un gesto semplice che nasce dal cuore di tutti noi che lavoriamo in carcere, detenuti ed operatori esterni. In particolare per le persone detenute, pur dentro tutti gli errori che abbiamo commesso, poter fare anche dei piccoli gesti di solidarietà ci fa sentire più vivi: è il modo con cui potersi sentire parte di questa società».
Questa importante donazione è stata resa possibile anche grazie alla sensibilità ed al sostegno di Veneta Sanitaria Finanza Progetto da un lato, e dall’altro di GPI, partner di riferimento nel mondo della sanità e del sociale. Veneta Sanitaria Finanza Progetto gestisce, fin dall’avvio, tutti i servizi non sanitari dell’Ospedale dell’Angelo. Uno dei migliori progetti di partenariato pubblico privato, quanto mai efficace alla luce degli importanti progetti che Veneta e la ULSS hanno in comune per il futuro. GPI è un gruppo quotato in Borsa, con diverse sedi in Italia e all’estero. Nello specifico GPI gestisce parte delle prenotazioni e del Front End dell’AULSS 3 Serenissima grazie anche ad alcuni operatori detenuti nel carcere Due Palazzi di Padova.
AULSS 3 SERENISSIMA
“Riceviamo dalle mani della Cooperativa Giotto e della Cooperativa Rio Terà dei Pensieri – ha sottolineato il Direttore Generale dott. Giuseppe Dal Ben – una donazione piena di significato. Immaginiamo di destinare queste mascherine prodotte da persone, che pur avendo commesso degli errori, stanno tentando di ricostruire la loro vita a quelle persone altrettanto speciali che in questi giorni ci aiutano nella gestione degli ingressi all’Ospedale. Ci sembra bello collegare così il lavoro di recupero che sta dietro alla realizzazione delle mascherine e del gel igienizzante, e il lavoro di accoglienza che viene svolto per gestire in sicurezza gli accessi alla nostra struttura. Insieme proteggiamo l’Ospedale dal virus, insieme proteggiamo le persone che accedono all’ospedale dal virus. Rilanciamo anche oggi un messaggio di attenzione e di responsabilità: siamo tutti insieme ligi alle regole di autoprotezione e di distanziamento sociale, non abbassiamo la guardia, in particolare negli Ospedali”.

I PRODOTTI
Le mascherine sono realizzate con un tessuto di cotone sottoposto a trattamenti idrorepellenti e antimicrobici. Le 1000 mascherine che verranno donate sono di Tipo I e sono state certificate dall’ISS, ottenendo anche il Marchio CE.
I detenuti producono anche una mascherina classificata come filtrante (capace di trattenere il trattamento antimicrobico oltre i 50 lavaggi e fino a 100), adatto per tutta la popolazione in movimento, tutte le persone che lavorano, le forze dell’ordine, gli uffici aperti al pubblico, gli addetti alla vendita di alimentari, ecc. A differenza di quello certificato questo ultimo modello non è un DPI.
Il gel igienizzante è un prodotto di igiene a base alcolica (60 %min.) per la pulizia delle mani laddove si sia impossibilitati ad effettuare un lavaggio con acqua corrente e sapone. È confezionato in pratiche boccette tascabili per essere tenuto sempre a portata di mano: ne bastano poche gocce distribuite sulle mani per garantirne la pulizia.
ALCUNI VANTAGGI
Sicuramente quello economico. Il fatto di garantire che i trattamenti effettuati permangono dopo molti lavaggi, consente al cittadino con l’acquisto di una mascherina lavabile di evitare l’utilizzo di molte monouso. Questa proposta si ritiene possa contenere un messaggio importante in termini di sostenibilità economica.
Non solo, l’altro vantaggio, sfuggito ai più, riguarda l’ambiente. La quantità di mascherine monouso (moltissime di dubbia efficacia) è destinata a generare un’ulteriore produzione di rifiuto. Oltretutto sarebbe un rifiuto speciale, con tutti gli accorgimenti da seguire per un corretto smaltimento. Cosa oggi impossibile fuori dagli ambiti ospedalieri, tanto che ai cittadini l’indicazione delle municipalizzate di settore è quella di conferire questa tipologia di rifiuto nei contenitori del secco indifferenziato, avendo cura di usare i guanti monouso per chiudere ermeticamente i sacchetti. Come al solito prima si fa una cosa e poi, quando va bene, si pensa alle conseguenze e alle relative soluzioni.
Ma forse il vantaggio più importante è dato dal valore aggiunto dato dal mettersi assieme di due cooperative sociali e di aziende pubbliche e private, nel riconoscerci comunità attorno a chi in questa emergenza è stato in prima linea.
Il servizio di TG7Nordest
Bando Impresa Organizzata e Consapevole
Bando Impresa Organizzata e Consapevole
La nostra cooperativa, attraverso gli incentivi POR FSE Veneto – Bando Impresa Organizzata e Consapevole DGR 1010/2019, intende favorire il cambiamento organizzativo per migliorare la gestione operativa, nonché favorire lo sviluppo di competenze e abilità per la valorizzazione e la specializzazione delle proprie risorse umane, consentendo loro di aumentare il proprio bagaglio di competenze.
Il progetto ci consentirà di raggiungere il macro obiettivo di realizzare una vera e propria “academy” che permetterà di:
– migliorare ed innovare i processi formativi riducendo la dispersione di know-how
– rinnovare le competenze tecniche e trasversali delle persone che in Cooperativa Giotto si occupano dei percorsi di apprendimento
– strutturare un processo innovativo di formazione, robusto e uniforme
– creare una metodologia formativa rinnovata, efficace e condivisa
– velocizzare il “time to performance“
– acquisire logica e linguaggio delle competenze
– strutturare una mappa di strumenti innovativi per favorire l’affiatamento del Team
– strutturare una mappa di strumenti innovativi per individuare e valorizzare le competenze residue e nascoste del target di riferimento
– supportare il processo di capitalizzazione delle competenze comunque acquisite da soggetti occupati, disoccupati e inoccupati.
