La Giotto invitata al Giubileo dei PoveriPIENI DI GRATITUDINE PERCHÉABBRACCIATI DA UNA GRANDE UMANITÀ

Nel fine settimana del 15 e 16 novembre con una ventina di colleghi in rappresentanza di tutti i lavoratori della Giotto abbiamo vissuto alcuni momenti davvero profondi, commoventi, che hanno sollecitato ciascuno di noi a diverse riflessioni: il sabato abbiamo partecipato a un breve pellegrinaggio lungo via della Conciliazione e abbiamo attraversato la Porta Santa della Basilica di San Pietro, la domenica abbiamo assisitito alla S. Messa celebrata da Papa Leone XIV e poi abbiamo parttecipato al pranzo in Aula Paolo VI assieme a mille “poveri”. Abbiamo fatto un bagno di umanità vera, abbiamo visto e toccato con mano un popolo carico di ferite e fragilità ma allo stesso tempo di dignità e domande. Riconoscersi tutti bisognosi, avere consapevolezza delle nostre ferite e fragilità ci permette di guardarci e guardare l’altro con uno sguardo accogliente e “attento”. Il Papa durante l’omelia ha parlato proprio della necessità di “una cultura dell’attenzione, quella che dobbiamo sviluppare, proprio per rompere il muro della solitudine”. Qui di seguito il brano dell’omelia e una clip video dell’incipit:

«…Quante povertà opprimono il nostro mondo! Sono anzitutto povertà materiali, ma vi sono anche tante situazioni morali e spirituali, che spesso riguardano soprattutto i più giovani. E il dramma che in modo trasversale le attraversa tutte è la solitudine. Essa ci sfida a guardare alla povertà in modo integrale, perché certamente occorre a volte rispondere ai bisogni urgenti, ma più in generale è una cultura dell’attenzione quella che dobbiamo sviluppare, proprio per rompere il muro della solitudine. 

Perciò vogliamo essere attenti all’altro, a ciascuno, lì dove siamo, lì dove viviamo, trasmettendo questo atteggiamento già in famiglia, per viverlo concretamente nei luoghi di lavoro e di studio, nelle diverse comunità, nel mondo digitale, dovunque, spingendoci fino ai margini e diventando testimoni della tenerezza di Dio.

Oggi, soprattutto gli scenari di guerra, presenti purtroppo in diverse regioni nel mondo, sembrano confermarci in uno stato di impotenza. Ma la globalizzazione dell’impotenza nasce da una menzogna, dal credere che questa storia è sempre andata così e non potrà cambiare. Il Vangelo, invece, ci dice che proprio negli sconvolgimenti della storia il Signore viene a salvarci. E noi, comunità cristiana, dobbiamo essere oggi, in mezzo ai poveri, segno vivo di questa salvezza.

La povertà interpella i cristiani, ma interpella anche tutti coloro che nella società hanno ruoli di responsabilità. Esorto perciò i Capi degli Stati e i Responsabili delle Nazioni ad ascoltare il grido dei più poveri. Non ci potrà essere pace senza giustizia e i poveri ce lo ricordano in tanti modi, con il loro migrare come pure con il loro grido tante volte soffocato dal mito del benessere e del progresso che non tiene conto di tutti, e anzi dimentica molte creature lasciandole al loro destino.

Agli operatori della carità, ai tanti volontari, a quanti si occupano di alleviare le condizioni dei più poveri esprimo la mia gratitudine, e nel contempo il mio incoraggiamento ad essere sempre più coscienza critica nella società…».

Nel video qui sotto invece papa Leone benedice il pranzo con i poveri.

Questa invece il video della breve intervista a un nostro collega.

GIOTTO COOPERATIVA SOCIALE

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CREDITS: Studio 7AM